La Poetica è un trattato di Aristotele, scritto ad uso didattico, probabilmente tra il 334 e il 330 a.C., ed è il primo esempio, nella civiltà occidentale, di un'analisi dell'arte distinta dall'etica e dalla morale.
Nella Poetica, Aristotele esamina la tragedia e l'epica. L'esistenza di un secondo libro trattante la commedia fu speculata da Timoteo, ma la maggioranza delle critica odierna dà parere negativo a questa ipotesi[1].
Aristotele introduce due concetti fondamentali nella comprensione del fatto artistico: la mimesi e la catarsi.
Il termine mimèsi deriva dal greco μίμησις (mìmesis) e ha il significato generico di "imitazione", "riproduzione"; con la derivazione da μιμέομαι (miméomai) (rappresento) e mimos (mimo, attore) acquista il senso specifico di "rappresentazione teatrale"[2].
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