sabato 30 settembre 2017

Anassimandro: l'àpeiron come fondamento reale
 
Anassimandro nacque a Mileto intorno al 610 a.C. Fu discepolo di Talete e prese parte alla vita politica, ma il suo interesse prevalente erano le ricerche naturalistiche e tecniche.

Anassimandro è considerato l'autore di un'opera intitolata "Sulla natura" - di cui possediamo solo alcuni frammenti in cui sviluppa la teoria dell'ápeiron, parola che significa "senza confini", "sconfinato", e della costituzione del mondo.

 Anassimandro abbandona l'idea che all'origine possa esserci un elemento specifico e dà un'interpretazione complessiva della realtà.

Anassimandro ritiene che il modo in cui le cose derivano dalla sostanza primordiale sia un processo di separazione e differenziazione governato da una legge necessaria, chiamata in modo tradizionale Dike (la Giustizia).  

Secondo Anassimandro la separazione avviene attraverso un movimento rotatorio, in virtù del quale caldo e freddo, secco e umido, e tutti gli altri contrari si sviluppano.

Tramite questa separazione si generano infiniti mondi, destinati a dissolversi e a ricomporsi, secondo un ciclo che ha una durata eterna.
La separazione, pur essendo alla base della vita, è allo stesso tempo fonte di infelicità, in quanto gli individui mantengono una nostalgia per il "tutto originario" da cui derivano.
Talete: l'acqua come principio originario

Talete visse, tra la fine del VII e la prima metà del VI secolo a.C., nella città ionica di Mileto.

Egli pensava che il principio primordiale fosse l'acqua, sulla base dell'osservazione e dal buon senso che mostrano come ogni cosa vivente sia composta da questa sostanza.

Probabilmente l'esperienza originaria dell'acqua a cui Talete fa riferimento è quella del parto, dato che il neonato viene alla luce "rompendo le acque" che lo hanno accolto per nove mesi.

venerdì 15 settembre 2017

La prima riflessione filosofica


La prima riflessione filosofica si sviluppa nella Ionia intorno al VII-VI a.C.

Coloro che inaugurarono questo nuovo stile di pensiero sono Talete, Anassimandro e Anassimene. Le poche informazioni che ci sono state trasmesse si trovano nei testi di autori successivi come Platone, Aristotele o lo scrittore e storico Diogene Laerzio. Possiamo affermare che i filosofi possedevano alcune fondamentali conoscenze di carattere tecnico-scientifico, ricevute dai sapienti della Media e della Babilonia.

Si tramanda che Talete abbia previsto con largo anticipo delle eclissi e che Anassimandro abbia inventato la prima carta geografica e importato in Grecia le conoscenze tecniche per costruire l'orologio solare.

A loro va soprattutto il merito di essersi interrogati per primi sulla natura multiforme e mutevole del mondo e di aver individuato una causa, un principio originario (in greco archè) da cui tutte le cose derivano.

 L'archè rappresenta sia la materia di cui sono fatte le cose, sia la forza che le ha generate, sia la legge divina ed eterna che la governa e le rende intelligibili all'uomo.
 La parola greca archè significa "principio". Sembra che sia stato introdotto in filosofia da Anassimandro.

venerdì 8 settembre 2017

La nascita della filosofia 

Gli studiosi concordano nel dire che la prima forma di riflessione filosofica si è sviluppata nei secoli VII-VI a.C. in Grecia.

La novità assoluta della filosofia è costituita dal metodo, in virtù del quale si riconoscono come validi soltanto gli argomenti che "reggono" alla prova della razionalità umana.

Inoltre l'atteggiamento filosofico si specifica fin dall'inizio come atto di libertà rispetto alle credenze, agli usi e ai costumi della tradizione: l'unica autorità che i filosofi riconoscono è la forza del pensiero.

Il significato del termine

Il termine "filosofia", di origine greca, significa letteralmente "amore per la sapienza"; un amore che nasce dallo spontaneo senso di meraviglia suscitato negli uomini dalla grande varietà e bellezza delle cose.

Il pensatore greco affermava che tutti gli uomini tendono per natura alla conoscenza, in quanto l'impulso a chiedersi il perché di tutte le cose è tipico degli essere umani.
 In base all'etimologia, dunque, il filosofo non possiede la sapienza, ma la cerca.


Le condizioni per la nascita della filosofia


La riflessione filosofica si sviluppò nelle colonie greche della Ionia in Asia Minore, in particolare nelle fiorenti città di Mileto, Efeso, Colofone, Samo.
In questi centri si respirava un'atmosfera di libertà e di vivacità intellettuale sconosciuta altrove. In questo contesto stava emergendo una nuova classe di cittadini che cercavano di mettere in discussione il predominio delle vecchie aristocrazie agrarie per affermare un sistema politico adeguato ai propri bisogni. 

E' questa la prima forma di democrazia di cui abbiamo notizia nel mondo antico, una democrazia che si deve intendere più propriamente come richiesta di isonomia (uguaglianza di fronte alla legge).

Le modalità della ricerca filosofica nella Grecia arcaica

In Grecia non incontriamo quasi mai figure di filosofi che si dedicano alla ricerca in modo isolato.

Al contrario, ci imbattiamo principalmente in scuole filosofiche, cioè gruppi di uomini che conducevano una vita comune, in una forte solidarietà di pensiero e di azione.

In alcuni casi queste comunità avevano anche un'impronta di carattere religioso, come la scuola pitagorica.


Le scuole filosofiche
  • gli ionici, originari della città ionica di Mileto: Talete, Anassimandro e Anassimene
  • i pitagorici, che fondarono una scuola a Crotone, da cui si diffusero in molte città greche dell'Italia meridionale : Pitagora e la comunità dei suoi allievi
  • gli eraclitei, che operarono nella città ionica di Efeso: Eraclito e i suoi discepoli
  • gli eleati, il cui esponente piu importatnte è Parmenide, che fondò la sua scuola nella città di Elea, colonia greca situata a sud di Paestum in Campania
  • i fisici pluralisti, rappesentati da tre grandi pensatori: Empedocle di Agrigento, Anassagora di Clazomene e Democrito della città di Abdera


La logica Aristotelica Insoddisfatto del “dialogo” usato come sistema di filosofare dal suo maestro Platone, Aristotele osserva che nel di...